stamattina del 23 giugno 2023 ha iniziato a piovere – ma tanto tanto. Sai quando una goccia va così veloce che entra nell’altra e l’occhio lo percepisce come un’unica lunghissima e crea questo effetto di raggi di pioggia. A me questa cosa piace un botto, perché guardando dalla propria finestra copre come un filtro quella vista troppo conosciuta.
Non chiamatemi pazza (raccontatemi una nuova, per favore!)
– però la pioggia, quando mi trovo in salotto e c’è la luce grande accesa, mi riporta spesso a giorni lontani, della mia infanzia. C’è questa scena che ho in mente ancora troppo chiara. –
e oggi l’ho ricostruita questa scena.
Non so perché, magari era un’attività che facevo spesso esattamente nei giorni di pioggia sul pavimento in salotto, accompagnata sempre dallo stesso soundtrack: „quel“ album di James Blunt (Quello con „You’re Beautiful“ e “Goodbye my lover“; è diventato uno di quei CD che quando si apre si stacca la parte che contiene il libretto e quella dove sta il CD)
E sul pavimento ho iniziato a fare „quel“ set di puzzle, quello che ne ha tre piccoli puzzle, ognuno col proprio pattern sul lato posteriore dei singoli pezzi. Un set di puzzle un po‘ troppo da maschio per una bambina, uno coi autocarri sui cantieri, ma per me, dato che sono cresciuta con maschi (col mio fratello e i miei cugini), non esistevano le cose troppo da maschio o troppo da ragazza. Sì, il rosa era sempre più femminile e il blu più maschile, le bambole per femmine, i camion per ragazzi – si diceva. Blabla. Però a me questa cosa proprio mi fregava nulla e ancora mi frega nulla. (anzi, spesso mi ritrovo davanti a ragazzi della mia età che portano un bel maglione rosa e penso „Wow, che ffigo!“)
E niente, sto facendo digressioni.
Però aveva una certa magia questo momento prima. Pure la gamba mi si è addormentata, come sempre quando sto troppo a lungo seduta nel „Schneidersitz“ – come noi lo chiamiamo (DeepL lo traduce con la poltrona del divorzio – che belle le lingue hahaa). Dopo aver finito tutti i tre puzzle, li ho scomposto e rimesso nella scatola.
E finisce qui il mio ricordo.